LA VALORIZZAZIONE DEL CONTROLLO PUBBLICO (L'AUTORITY)

Nonostante le affermazioni di extra parlamentari di lusso,lo stato non si sta deperendo,si modifica ma non scompare. La questione del quinto potere in Italia viene affidata all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni  ( sigla AGCOM) affidata a tal Enzo Cheli. A questo personaggio pubblico verrà affidato tutto il complesso procedimento decisionale che comprenderà l’analisi dei 18 mercati identificati per quanto riguarda le telecomunicazioni,l’imposizione degli obblighi,la consultazione pubblica con gli operatori,il parere dell’anti trust nazionale e della commissione UE. Nuovamente all’AGCOM lo stabilimento delle regole di Broadcasting,ovvero delle norme per l’accesso non discriminatorio delle nuove televisioni alle reti di tv digitale terrestre(analogico) controllate da Rai ,Mediaset,Telecom e per l’accesso alla piattaforma satellitare SKY ITALIA dell’australiota Murdoch ( definito re Mida alla rovescia). Sempre all’AGCOM la risoluzione della diatriba tariffaria E-Biscom e Sky Italia. La prima infatti ha acquisito diritti di programmi trasmessi sul satellite,trasmettendoli via cavo. Non ultimo l’AGCOM dovrà interagire sopra la legge Gasparri sul riordino delle telecomunicazioni ( che il commissario Monti ha reputato ottimale….). Rientra in gioco il famigerato SIC: sotto questo aspetto Cheli si dovrà confrontare sull’affare Rete4 ,tv “privata” abusiva in quanto trasmette sopra canali non suoi. Il SIC e Rete4 sono stati le discriminanti che hanno obbligato Ciampi ,il presidente più impalpabile della storia dell’Italia Repubblicana,eccezion fatta per il suo romanticismo patriottico,a rimandare la legge ,approvata,alle camere.

 

LA VALORIZZAZIONE DEL CONTROLLO PUBBLICO SULL’ENERGIA

 

 La battaglia energetica,da sempre,si fonda sopra l’abbattimento dei costi,tutto ciò ancora di più a partire dal 1973.

Il miracolo economico italiano del dopoguerra verrà segnato soprattutto dall’avvento del consumo energetico dovuto allo sviluppo industriale a cui si allegava la progressiva diffusione degli elettrodomestici. Per soddisfare il fabbisogno fu dato l’avvio alla produzione termo-elettrica che tra il 1956 ed il 1960 rovescerà il precedente dominio idro elettrico. Parallelamente,dal 1952 veniva creato il CNRN ( Centro Nazionale di Ricerca Nucleare),per lo sfruttamento della fissione atomica (*) a scopo energetico. Tra il 1959 ed il 1961 venivano aperti 4 reattori atomici ( Ispra,Varese;Agip Nucleare ENI,Latina;SEM IRI Garigliano;Edison Volta,Trino Vercellese). Immediatamente l’Italia si trovò ad essere il terzo paese del mondo ,dopo USA e G.B. (eccezion fatta per l’URSS),nel produrre energia nucleare. Nel 1962 il parlamento italiano istituiva l’Enel,l’industria nazionale pubblica per la produzione e distribuzione dell’energia elettrica. La statalizzazione dell’industria energetica rientrava in quello che sarà l’entrata dei socialisti di Nenni nel governo della nazione; socialisti “sdoganati” non solo dal fiato corto della DC – che falliva il suo progetto di blindatura del parlamento con la Legge Truffa del 1953 - ,ma anche dall’amministrazione kennediana,la quale malversava un irrigidimento su posizioni estremiste dell’Italia,dato il delicato momento internazionale scatenato dalla crisi cubana. In ogni caso i socialisti al governo imposero il carattere pubblico della produzione all’interno di una concezione sovietica dell’azienda stato,ritenuta unica interprete dell’interesse nazionale ( …e così non può essere sopra uno strato sociale interclassista come quello italiota: in realtà già allora la battaglia era tariffaria,ovvero il basso costo energetico a favore soprattutto del ceto industriale ,il favore alla collettività si configurava come eccedenza….). La statalizzazione comporterà l’assorbimento di qualcosa come 1000 aziende elettriche  la cui gestione risulterà alquanto complicata. In ogni caso all’interno di questa nuova cornice vide una crescita esponenziale dello sfruttamento del petrolio ,crescita sollecitata dall’insufficienza idrica italiana. Anche il nucleare veniva accantonato nello sviluppo a favore del carbone e ciò soprattutto all’indomani della crisi del 1973. Immediatamente furono varati piani di “austerity” improntato al risparmio energetico : domeniche a piedi,vincoli di apertura ai negozi,ore legale…..Contemporaneamente  fu varato il Piano Energetico Nazionale  che prevedeva il ripristino dello sviluppo nucleare (1975) per arrivare ad una potenza complessiva di 20000 MW entro il 1985. La rivoluzione komeinista in Iran , 1979,segnava un altro balzo in avanti dei prezzi petroliferi; la successiva guerra Iran – Iraq triplicherà il costo di un barile di greggio rispetto al 1978. In relazione a ciò,di fronte all’ulteriore crescita dei consumi,il nucleare riprendeva fiato: nel 1981 entrava in attività a Caorso – nel piacentino – la centrale nucleo termo elettrica ,parallelamente viene sollecitata la corsa al metano: attraverso l’ENEA si inizia la massiccia importazione da Algeria ed URSS,finanziando altresì la costruzione di giganteschi metanodotti. Il 1986 è l’anno di Cernobyl : un referendum nazionale chiudeva lo sfruttamento dell’atomo mettendo fuori servizio le centrali esistenti,bloccando i nuovi cantieri aperti. Di lì a poco un nuovo rimbalzo doveva mutare nuovamente il panorama politico energetico italiano : nel 1989 cadeva la cortina di ferro,nel 1992 a Maastricht sorgeva l’Unione Europea. Il riflesso immediato dei due avvenimenti sarà il tracollo della lira e l’esplosione di tangentopoli che determineranno la liquidazione del pentapartito e della figura dello stato fino ad allora interpretata come super partes. La cosa pubblica diviene un affare. Ovvio il coinvolgimento del segmento energetico: l’11 luglio 1992 l’ENEL diviene società per azioni; il 19 febbraio 1999 il Decreto Bersani, per la realizzazione di un ipotetico mercato energetico italiano, vedrà l’ENEL spa entrare nel principale listino della Borsa di Milano con un poderoso collocamento (30000 miliardi di lire).  Le tre consorelle sorte immediatamente (Eurogen,Elettrogen,Interpower) inizieranno UNA CORSA AL RIDIMENSIONAMENTO ED ALLA riattivazione di impianti idroelettrici e termoelettrici. L’attivazione di un mercato energetico ha visto il sorgere della relativa Autority (Autorità per l’energia elettrica e il gas) affidata attualmente ad Alessandro Ortis,persona che si ritroverà a dirimere sopra i blackout,il regolamento della borsa elettrica,l’avvio della borsa del gas,la regolamentazione delle importazioni di energia e delle relative tariffe. All’interno di tutto ciò pesano i decreti Bersani e Letta correlati all’ingombro del super stato UE: liberalizzazione ipotetica unita ad anti-trust e difesa dei maggiori azionisti ENEL ed ENI ovvero i Ministeri dell’Economia e del Tesoro. L’inizio è risultato immediatamente carico di scompensi : la base sopra la quale si fonda il prezzo al Kwh dell’energia  è fornito dal capitale investito. La rivalutazione effettuata dal predecessore di Ortis,Pippo Ranci,risulterà fortemente inferiore alle aspettative – il tutto nell’ambito della guerra dei prezzi  tesa al raggiungimento  di una leninista gratuità – determinando il crollo dei titoli ENEL in borsa. La mancata valorizzazione ha scatenato la fuga….ora la questione passa ad Ortis liberale d’area destrorsa. L’UE preme: infatti nel 2004 scatta la direttiva specifica che permetterà ai possessori di partita Iva di acquistare energia dal fornitore preferito (ovvio il discrimine….) e l’ENEL già si sta muovendo portando in Borsa Terna – la società che controlla la rete di distribuzione – in fusione con GRTN – società che gestisce la rete. Rimane la questione  della borsa del gas,grimaldello ideato anche qui per l’abbattimento dei prezzi. In tutto questo lo stato la fa da padrone e dietro di lui i grossi “truster” sovietizzanti la cui battaglia per il prezzo si risolve nell’assoluta esclusione di un opportuno programma di riconversione.

 

 

a cura di Linea Critica e per gentile collaborazione di Andreas Obermann



    
                               TORNA