LA SOVIETIZZAZIONE

Gli sproloqui delle menti liberal di quotidiani come il Cor Ser sono identici alla carta intestata Parmalat: le vaticinate misure strutturali SONO PURA FANTASIA perché IL RAPPORTO TRA LA DOMANDA (una supposta grossa come il pianeta Giove) e l’offerta (una capocchia di spillo) è più che sproporzionato, è al di fuori di qualsiasi logica. Ed ecco che rientra in gioco ,con forza, lo stato,il socialismo di stato. Quello che sembra un paradosso in realtà è un travaso di quello che è lo “ STATO E RIVOLUZIONE” leninista nelle menti delle grandi dirigenze industriali post- comuniste: al di qua della cortina di ferro si è scoperto che la ricetta di Lenin,di uno stato azienda unica – come fase inferiore del comunismo – non era una bestialità. Attraverso la pratica del decreto,della legge- delega,dell’imposizione della fiducia,qualsiasi democrazia “occidentale” riduce la rappresentanza democratica al vertice del gabinetto governativo rendendo inutile il parlamento,espressione interclassista massificata che annulla lo scontro di classe di  marxista memoria.  Tutta la teoria di corpi intermedi  ( partiti,associazioni,sindacati,club,logge,sette…..) fa da cornice ad una struttura sociale sostanzialmente corporativizzata,esaltando ancora di più l’inutilità della rappresentanza. Ed ecco dalla traccia sovietica sorgere l’intervento statale verso la crisi Parmalat ( all’indomani della crisi Fiat…..). L’eterno intervento dello stato,quell’intervento che gli stessi macro-dirigenti vorrebbero ridimensionare. I “bocconiani”,quelli delle fondazioni di idee,alla fine ripiegano sulla valorizzazione degli interessi pubblici affiancandola alla valorizzazione “smitiana”.

 

a cura di Linea Critica e per gentile collaborazione di Andreas Obermann



    
                               TORNA