CON FORZA LENIN !!!

Il lavoro che cresce non è vincolato alla produttività ma alla gratuità. I numeri degli impiegati aumenta in relazione all’aumento dell’out sourcing: la pratica del sub appalto, applicato al ciclo produttivo sollecitato dalla competitività che induce costantemente ad abbattere i costi. Il risultato è il costante regresso del valore del salario e l’allungamento dei tempi di impiego. Negli ultimi anni,l’Italia è intervenuta sul mercato del lavoro in vari modi,ha leggermente modificato il sistema fiscale e ha messo mano alla riforma delle pensioni.[ tratto da Corriere Economia del 22 dicembre 2003] (* Attenzione al passaggio,si parla di ultimi anni,non di governo Berlusconi bis,inevitabile il coinvolgimento di quello che chiamano sinistra in Italia)

Tutto vero,ma mentre da una parte liberalizzano e privatizzano,dall’altra vengono eretti muri potenti costituiti da trust,concentrazioni,lodi,spalmature,contribuzioni di stato,dipanazione nei secoli dei debiti su debiti. Di conseguenza quello che viene tolto da un parte,viene aggiunto dall’altra,in puro stile medioevale.

 

CASO PARLAMALT ( ESEMPLIFICATIVO)

 

L’esternalizzazione caratterizza l’operato delle super multinazionali come la Parmalat che prende,con tutti i suoi segmenti,36.000 persone. La bolla d’aria dei numeri d’impiego – bolle d’aria che tanto piacciono ai super totalitari alla Schifani – a quanto pare investe anche quella dei bilanci – ma qui entriamo nella pratica distorta dell’eterno falso in bilancio - : la Parmalat infatti portava nel 2002 bilanci completamente fasulli. Tutto è iniziato con la liquidazione di obbligazioni a scadenza del valore di 150 milioni di euro. Una liquidazione che scatenerà a cascata tutta una serie di mancate riscossioni fino ad arrivare a 7 miliardi di euro. Dalle società estere spariscono 4 miliardi e per questo il presidente Calisto Tanzi rassegna le dimissioni. A quanto pare le garanzie del “caymano” non erano niente,ma proprio su questi soldi fantasma si basavano le garanzie per le licenze commerciali. Lapidaria la conclusione della Procura di Milano : “ A prescindere dall’entità gigantesca del collasso finanziario,con la legge sulla depenalizzazione del falso in bilancio e con il tribunale fallimentare,in Italia nessuno paga il conto dei disastri finanziari.”

Ecco le basi straordinarie del rilancio economico prospettato dai super – manager neo – gotici della maggioranza destrorsa del paese. Straordinaria la fantasia della truffa parmigiana: in puro stile italiota venivano fornite concessioni di sfruttamento del marchio Parmalat attraverso carte intestate delle aziende fornitrici,riempite in inglese maccheronico. Il famigerato conto “del caymano” veniva riempito da falsi titoli,da carta straccia. Le eminenti di super laureati ai maggiori college del mondo a quanto pare si sono fatte turlupinare da carte intestate maccheroniche ?? Non è proprio così. Questo della Parmalat è uno specchio che riflette quello che è il capitalismo,meglio il social – capitalismo. Un capitalismo concepito come ideale,senza frizioni,spinto dalla crescita spropositata attraverso costo zero, attraverso monopoli raggiungibili anche attraverso la falsificazione.

 

a cura di Linea Critica e per gentile collaborazione di Andreas Obermann



    
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