INTRODUZIONE

 

Il filosofo Gehlen affermava come l’uomo sia un essere che non essendo definito è portato a vivere perennemente nel futuro,mai nel presente. Questo,trasposto nel Comunismo scientifico,comporta una debolezza insita dello stesso,la cui partizione triadica finita applicata alla storia dell’Umanità,finisce per essere insufficiente a contenere quelle che sono le spinte dell’uomo. Ovvero,il fatto di predire una società perfetta senza classi e sperequazioni è impossibile da stabilire come meta conclusiva definitiva (come invece pretendeva il comunismo scientifico). Questa è un’altra visione di debolezza che si unirà ala ulteriore impossibilità insita del leninismo di ricreare in Russia condizioni economiche marxiste tali da dare il via alla presa di coscienza,alla lotta di classe,alla guerra per il potere,al socialismo industriale,ecc.. La NEP per questo si presenta come un avveduto passo indietro di fronte alla mancanza di una condizione sociale fondamentale,unica in grado di dare il via a quella reazione a catena.  Qualsiasi sistema economico che si auto proclama come unico e definitivo inizia,proprio in quel momento,a perdere la sua consistenza ideale prima che materiale. Questa “mancanza” va manifestandosi anche per il sopravvissuto capitalismo che inizia ad erodersi una volta che si è posto come definitivo una volta liquidato il comunismo. Ritornando al caso specifico russo,l’asiatismo zarista ereditato,il minimalismo ed il riformismo affossatori della II Internazionale,sancirono la morte del comunismo ben prima dell’ascesa della figura di Lenin. Questi infatti tenterà di riprendere un discorso già esaurito,dando vita ad un cadavere che era impossibile rivitalizzare. In questo modo quello che si farà in Russia nel 1917,purtroppo era un qualche cosa di diverso,che Lenin non sarà in grado di modificare,una volta avviati quei meccanismi sanciti all’interno di Stato e Rivoluzione. La collettivizzazione,l’industrializzazione per decreto erano lì a sancire come la Russia avesse ereditato il patrimonio marxista senza cognizione di causa,perché effettivamente le sue condizioni erano troppo medioevali ed arretrate per assumersi la responsabilità dell’inizio del comunismo. Così l’operaio russo  della pianificazione NON subirà l’alienazione degli operai di Manchester,ma subirà la strumentalizzazione pesante dello stato sovietico. Si determinerà un errore di codificazione genetico irreversibile,tale da determinare l’URSS come patria di un proletariato che NON esisteva secondo quelli che erano i canovacci marxisti. Così la scomparsa dell’URSS non liquida solo lo stalinismo ma anche il leninismo perché agente entro un errore. Il fatto che essa avesse vinto sul campo il nazismo si ascrive entro un mer0o fattore contingente tanto è vero che all’indomani della fine della Seconda Guerra mondiale,l’URSS si avvierà lentamente verso una morte naturale. Purtroppo il salto del passaggio ad una classe operaia così vasta da comprendere tutta la società per suo stesso sviluppo,crea degli errori dalle conseguenze disastrose. 

 

Se mai riuscirete ad assurgere al governo di questa nazione – è vero che la caduta delle europee ha prodotto un campanello d’allarme nella compagine neo-feudale al potere, ma fino a questo momento l’unico a farne le spese è stato il creativo Tremonti….- sarà troppo tardi. Col fallimento del referendum sull’articolo 18,ormai da 18 mesi funziona la feralissima legge sul lavoro che ha indotto una qualsiasi azienda a ritenere ormai un fatto riconosciuto la mancata corresponsione di salari adeguati,nonché di contributi allo stato sociale. Mettere le mani sopra quella legge,significa affossare la competitività delle aziende italiote che per essere difese avrebbero necessariamente bisogno di politiche mercantilistiche che si scontrerebbero con la legislazione europea. Questo semplicissimo teorema si sposa con la scomparsa del concetto di classe e con la faticosissima ridefinizione del termine comunista all’interno di un tipo di società fortemente interclassista,consumista e depoliticizzato,per non parlare degli inevitabili conti con un passato non ancora del tutto espunto. In ogni caso,pur mettendo questa problematica in secondo piano,il reale vostro pericolo è quello di mischiarvi con un plasma composito di sinistra formato da post kennediani,ex rampanti,burocrati sovietici,,clienti di potentes anti berlusconiani,ambientalisti dell’ultim’ora,girotondisti,movimentasti politicizzati dei centri sociali,antagonisti,anti global,disubbidienti,fantasmagorici black block e chi più ne ha più ne metta. Prospettare un modo di porsi univoco in una frittura di queste proporzioni ci sembra pura illusione, ma ancor più grave risulterà la perdita di tempo realizzata per il raggiungimento di un punto in comune sopra la questione gravissima del conflitto di interessi. Oltre tre anni di lodi hanno prodotto un tale blocco della giustizia italiota – già di per se lentissima – che una eventuale caduta del “Signore degli Anelli”,non potrà portare ad alcuna scalfittura del suo asse privatistico – istituzionale,rafforzato altresì da una legge che non ha assolutamente aggredito il titolo di proprietà. Conflitto di interessi significa legge sulla radiotelevisione che recentissimamente l’antitrust ha dichiarato essere già stata aggirata. A cascata dovrebbero seguire le leggi sul falso in bilancio,sulle rogatorie internazionali,sulla modifica degli articoli costituzionali riguardanti l’assetto dello stato,sulle pensioni,sulla scuola privata parificata nei contributi alla statale,sul sistema sanitario,sulle garanzie e trasparenze bancarie,sulla laicità dello stato…insomma per arrivare alla riformulazione di tutto quanto non bastano cinque anni e soprattutto non basta la definizione “di sinistra” verso segmenti molto più assimilabili al neo feudalesimo piuttosto che ad un chimerico riformismo sinistrorso. Risulterebbe decisamente più utilitaristico incoraggiare i potentati al governo a continuare a far passare provvedimenti la cui natura è quasi inevitabilmente bancarottiera. Solo un tracollo sproporzionato – realizzato con le loro stesse mani – porterebbe ad un minimo di polarizzazione ed ad una legittimazione quanto meno decennale di un governo riformista. Senza questa premessa ci sarebbe solo un ricambio di conserva quinquennale incubante ulteriori 10 anni di malgoverno e feudalesimo del più infimo grado.

                                                                        

Pur essendo posto istintivamente a sinistra,non ho mai covato la spinta per realizzare uno studio storico del mondo sovietico,soprattutto perché col termine sovietico non intendo il consiglio di fabbrica ed il reale tentativo di arrivare ad una rottura storica del mondo ma bensì prosecuzione moderna dello zarismo slavo che ha prodotto una fredda traccia di massacro e sterminio ricevente una giustificazione solo all’interno dell’isolamento di anni di guerra civile ed all’interno dell’invasione nazista,altrettanto ferali,feroci e distruttive. Il risultato di questo odio contro odio NON è stata una crescita ideologica e spirituale di una vasta porzione del pianeta,ma un incancrenirsi che si riscontra con la forte emigrazione dall’est che riversa sopra i nostri confini una insofferenza ed una volontà di appropriazione individuale tipica di persone che per lungo tempo hanno subito privazioni. Il crollo del comunismo sovietico ha rappresentato un doppio scompenso per chi si sente dannatamente di sinistra perché con quella caduta non è scomparso solo un sistema di vita – che per i catastrofici risultati materiali e per il suo degrado istituzionale – politico era solo da auspicare  - ma ha sancito purtroppo l’esistenza reale e storica di una effettiva variante comunista che  parecchi marxisti occidentali si auspicavano. Qualsiasi forma marxista non uscente dalla ortodossia sovietica non ha attecchito a livello di massa se non all’interno di realtà emarginate che per loro stessa consistenza inevitabilmente anelano ad una visione “contro”. Per questo la visione del comunismo storico,del comunismo che è stato  ad est della cortina di ferro,è lo studio di un deserto senza motivazione che si pone un gradino più in basso di quello che era il LEBENSRAUN nazista. Così risulta estremamente problematica e difficoltosa una ricollocazione,un ripristino di quello che era l’ideologia comunista senza avallare piste trasformistiche che in parecchi casi si trasformano in autentici voli pindarici: insomma come è possibile parlare di una democratizzazione del comunismo anti stalinista,quando per sua stesa essenza il comunismo dovrebbe rappresentare la massima espressione della democrazia ??

L’organizzazione,il centralismo democratico,la volontarietà sollecitate da Lenin avevano portato ,grazie anche all’esplosione di conflitti di massa industrializzati su scala planetaria,alla ripresa del marxismo scientifico abiurato all’interno della II internazionale. L’influenza di parte della filosofia americana,aveva portato ad avvallare il minimalismo di Bernstein ed ad una commistione con la “sovrastruttura” borghese. Così ,all’inizio del III millennio ci troviamo di fronte ad una seconda morte del comunismo con annesso il fardello di un mega stato di 22 milioni di kmq che ad un certo punto ha liquidato volontariamente ottant’anni di sistema sovietico. Dall’altra parte dobbiamo dire che i continui pogrom contro qualsiasi forma di nemico di classe,abbiano avuto enorme successo vista l’erosione e la desertificazione di idee che ha lasciato dietro di se,nonché il sistema sovietico della pianificazione sembra ottenere sanzione e riconoscimento all’interno del sopravvissuto capitalismo sotto forma di marketing sociale. La spinta al monopolio ed alla concentrazione si confonde con quel punteggiarsi sinistro di politiche di feroce proletarizzazione e produttività  parossistica rimandanti agli schemi del ministro della produzione nazista Speer,aumentando ancor di più una commistione che si scontra con termini come globalizzazione e nuova economia,tutti rimandanti ad una specie di paradiso dalle malferme fattezze,nel quale purtroppo anche chi rappresenta la sinistra sembra non svincolarsi.

a cura di Linea Critica e per gentile collaborazione di Andreas Obermann



    
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