L'estetica della violenza

un particolare..........

                                                                                                       

09-02-04

 

 

 

 

 

 

ESTETICA DELLA VIOLENZA

 

Cio' che si tenterà  di esporre ,in linea con le poetiche espresse in film come "A torto o a ragione" di Istvan Szabo e come "Il portiere di notte" di Liliana  Cavani,sara' la totale adesione dei protagonisti tedeschi  non solo all'ideologia nazista,ma anche all'attrazione catalizzatrice del capo,decisamente un re sole maligno la cui vicinanza determinava il potere di fare tutto. Una volta che questo re sole verrà meno ,allora ecco scatenarsi una feroce forza centrifuga ,presenza naturale all'interno dell'entourage nazista:la lotta per il potere assoluto si trasformerà in lotta per una via di scampo(Ribbentrop,Himmler),lotta per la successione al capo(Bormann, Goebbels).

Cio' che colpisce del III reich e' l'accettazione del popolo tedesco della logica dell'annientamento non solo verso l'esterno ma anche verso l'interno .I tedeschi cioè sapevano benissimo dello sterminio sistematico di oppositori e non ariani;con l'approssimarsi della sconfitta ci sara' una nuova e distruttiva evoluzione:Hitler ora voleva distruggere la Germania stessa ed il popolo tedesco non opporrà resistenza. Infatti il fallito attentato del 20 luglio 1944 era stato confezionato da una strettissima cerchia di ufficiali militari alla luce di una inevitabile sconfitta militare. Non veniva quindi abiurata l'ideologia nazista,non si faceva nessun cenno al massacro,alla guerra di sterminio,all'occupazione violenta,allo sfruttamento sistematico. Tutto veniva risolto sopra mere questioni militari,nient'altro. Tutto e tutti accettarono lo sterminio,tutto  e tutti accettarono l'autodistruzione. In questa visione "normale" si illumina di normalità  la bestialità del nazismo e dei suoi principali esecutori,fino  a scendere via via verso i subordinati,i fiancheggiatori,gli adepti,ecc.

L'accettazione della distorsione diventò normalità, che finirà per ignorare l'esatta portata dello sterminio,non solo verrà ignorata la portata stessa della disfatta.

Così si spiegano le azioni indisturbate di personaggi come Eichmann ,Mengele,Bormann,Morell,Lej,Eidrich,Rosental.....si spiegano anche le incredibili offensive dei generali tedeschi in piena catastrofe,si spiegano anche le truppe non tedesche che difesero Berlino durante l'attacco russo. Non siamo più di fronte alla difesa di un sistema economico o di un sistema ideologico,siamo di fronte a profonde motivazioni psicologiche. Effettivamente il nazismo non si pone come sistema economico

smentendo quindi lo storicismo economico realizzato da Marx ed altresì l'idea distruttiva proposta dal nazismo si scontra con qualsiasi filosofia idealista positiva.

Per questo esso risulta non collocabile ideologicamente e più comprensibile all'interno delle varie personalità psicologiche che realizzarono il nazionalsocialismo,fungendo da autentici agenti catalizzatori.

Interessanti risultano essere i passaggi del libro di Neurath,"Il governo Doenitz",ufficiale dell'ammiraglio della marina tedesca nel 1945:

"....in relazione all'attentato del 20 luglio e del disastro di Avranches del 31 luglio 1944,contrariamente alle previsioni della maggior parte dei capi militari,nel settore occidentale la Germania era riuscita a fermare il nemico prima che raggiungesse il territorio del reich,opponendo un fronte unico e rinforzato. Con la Linea Maginot,la Linea Sigfrido ed il Reno alle spalle,potevamo ritenerci al sicuro da qualsiasi pericolo.

Il regime si sentiva rafforzato nella sua coscienza in seguito al fallimento dell'attentato del 20 luglio. Un motivo importante di quello stato d'animo era la speranza in una prossima fine dei bombardamenti terroristici,speranza che si basava sull'aumentata produzione di  caccia,soprattutto della caccia a reazione. L'industria tedesca infatti aveva raggiunto l'apice della produttività grazie a Speer....".

Altresì si fa presente come decisiva per la resistenza ad ogni costo,l'ostinazione del nemico sulla formula della resa incondizionata.

Gli accordi stipulati a Jalta sulla resa e sullo spezzettamento della Germania erano noti al quartiere generale. Le previsioni sull'occupazione ,la divisione,il soffocamento delle possibilità di vita del popolo tedesco erano molto fosche e si parlava di una probabile diminuzione della popolazione dai 20 ai 30 milioni.

Si argomentava che doveva essere usato ogni mezzo per evitare una simile catastrofe.

Inoltre si era in dovere verso le popolazioni orientali tedesche,di fronte all'impossibilita' di difenderle,di trasferirle,per quanto possibile,nei territori occidentali.

Infine se si fosse verificata una frattura fra gli alleati ,la Germania ne avrebbe potuto trarre vantaggio solo qualora fosse stata ancora in vita.

 

GLI ULTIMI ISTANTI DEL REICH

 

Prima di suicidarsi Hitler aveva designato il suo successore:scartati Goering,fatto arrestare il 25 aprile,ed Himmler,che aveva intavolato trattative per conto suo,la scelta cadrà sull'ammiraglio della marina militare tedesca Doenitz,secondo Hitler l'unica arma rimasta fedele al suo capo.L'ammiraglio riceverà l'investitura il primo maggio del 1945 tramite un telegramma. Il testo effettivo delle ultime disposizioni del Fuhrer non giungerà  mai al quartiere generale del nord. In esse si dava ordine di sbarazzarsi dei traditori e di realizzare il nuovo governo,ma Doenitz aveva come priorità quella di temporeggiare il più a lungo possibile la resa per poter trasportare più tedeschi possibili dai territori  dell'est a quelli

occidentali. La propaganda nazista e l'effettiva furia russa, che  rase al suolo il paese di Manhausen durante l'assedio di Berlino,avevano terrorizzato la popolazione tedesca che si ammassava disperata sulle coste del Mar Baltico.

Così il 4 maggio nel nord della Germania si radunavano Keitel,Jodl,Speer,Schwerin,Himmler e Doenitz per discutere sul da farsi .Himmler quindi compariva redivivo ed avanzava pretese sui territori ancora occupati allo scopo di utilizzarli come merce di scambio per scampare ad una prigionia e ad un processo per crimini di guerra. Ma gli avvenimenti si susseguivano in maniera frenetica:fare dei progetti era impossibile .L'armata di centro che teneva la Boemia si disfece in 48 ore alla notizia dell'insurrezione di Praga,con il Gau Hans Frank,ex governatore dei territori del sud est della Polonia,quelli facenti perno su Auschwitz,che fuggiva,il sanguinario Seyss-Iquart che reggeva l'Olanda era ormai completamente isolato,Amburgo era caduta ed il nord era ormai minacciato dagli alleati.

Doenitz di fronte all'incalzare degli avvenimenti decise di escludere dal gabinetto sia Himmler che Ribbentrop che si erano messi a disposizione del nuovo capo di governo.

Il 5 maggio dava disposizioni per firmare l'armistizio con gli alleati e chiudere il conflitto ad ovest. Non esistevano più margini per trattative ed il 7 maggio veniva firmato l'armistizio con i russi,l'8 maggio avveniva la firma congiunta che stabiliva per le 00.00 del 9 maggio 1945 la fine delle ostilità in Europa.

 

Himmler era fuggito a gambe levate da Berlino dopo gli allucinanti auguri di compleanno fatti ad Hitler. Il reichfuhrer delle SS era convintissimo di essere il successore del capo,tanto che di sua iniziativa aveva iniziato sue trattative di armistizio con gli alleati. Come sappiamo gli accordi erano giunti all'orecchio di Hitler che lo espulse dal partito e dalle cariche di stato. Tuttavia come detto le disposizioni testamentarie del dittatore non giunsero a Doenitz che si ritrovò così nella sgradevole posizione di comunicare al capo delle SS che non era stato designato come successore di Hitler. Doenitz temeva una feroce reazione di uno dei principali realizzatori dello sterminio razziale,invece cio' non accadde,anzi. Himmler si mise a disposizione di Doenitz.

Anche Doenitz aveva saputo delle trattative di Himmler ed altresì sapeva delle notizie che giungevano dai campi di concentramento. Decise  così di disfarsi di questo scomodissimo personaggio esautorandolo dalle cariche. Himmler non batteva ciglio e si presentava ai colloqui del 4 maggio che dovevano portare alla chiusura del conflitto.

Come già illustrato la sua linea non verrà nemmeno presa in considerazione.

Himmler verrà visto per l'ultima volta al quartiere generale il 6 maggio 1945................

Dal nord cercò una via di scampo verso la natia Baviera,riconosciuto durante un controllo di una pattuglia alleata si suiciderà ingoiando del veleno il 21 maggio 1945.

Da “Memorie del III reich” di Albert Speer.

“…il reichfuhrer delle SS si comportava spesso come un visionario. Perfino Hitler ne trovava ridicoli certi voli pindarici. Ma al tempo stesso era un realista ,con i piedi ben piantati per terra e una chiara idea dei suoi obiettivi politici,vicini e lontani. Nelle discussioni ostentava una correttezza amabile,un po’ forzata,ma non scivolava mai nella cordialità e badava sempre a portarsi dietro un testimone,scelto fra i più alti esponenti del suo stato maggiore. Possedeva una dote singolare per quei tempi:la pazienza. Himmler sapeva ascoltare con pazienza,da capo a fondo,le argomentazioni di chi si recava da lui. Quando si metteva a discutere era spesso meticoloso e pedante,soppesava le parole ad una ad una e non mostrava mai fretta. Era chiaro che non gli importava un bel nulla se in tal modo dava l’impressione di scarsa mobilità,addirittura di limitatezza di vedute. Nel suo ufficio si lavorava con la precisione delle macchine ben lubrificate e ciò sottolineava il suo atteggiamento impersonale. Io avevo ogni volta l’impressione che lo stile estremamente positivo della sua segretaria rispecchiasse fedelmente il suo carattere incolore. Le sue dattilografe tutte giovani ma nessuna proprio carina,apparivano diligentissime e scrupolosissime.

Anche nella scelta dello staff del suo stato maggiore,Himmler non si curava dell’anzianità di partito ma dello zelo e della decisione.”

 

Speer all’indomani della visita ad uno stabilimento di Linz:

“…negli occhi dei russi si celava il terrore dell’esperienza dei campi di Himmler,riconosco che la vista delle sofferenze  umane penetrava si  nella sfera del sentimento,ma non andava oltre,non toccava anche la sfera del comportamento e dell’azione .Il piano della sensibilità si increspava soltanto di un sentimentalismo vago e sul piano delle decisioni continuavo ad essere dominato da principi utilitaristici .Mi turba molto non aver saputo scoprire nei volti dei prigionieri lo spettro di quel sistema,la cui esistenza cercavo ancora di prolungare a ogni costo per settimane e mesi  di folle ossessione. Da quel momento in poi ,dopo l’avvertimento del gau della Bassa Slesia Hanke di non andare nei campi polacchi per nessuna ragione,mi sentii legato alla catena dei delitti,perché avevo chiuso gli occhi per paura di scoprire qualcosa che avrebbe potuto indurmi a trarre troppo gravi conseguenze.”

 

Nel settembre 1944  i tedeschi erano in ritirata dalla Francia e dalla Grecia e non mancavano episodi di tacito accordo  con gli inglesi allo scopo di evitare inutili spargimenti di sangue .Hitler bollava tutto ciò come mosceria esaltando invece i combattimenti ad est che non davano ai sentimenti d’umanità ne il tempo ne il modo di manifestarsi.

In piena disintegrazione del reich questa la risposta di Speer all’ultimatum di Hitler sulla professione di fede:

“…..SONO CON LEI INCONDIZIONATAMENTE……..”.

 

Speer in realtà all’indomani dell’ordine di distruzione totale del 19 marzo 1945,si era mosso affinché tale ordine non fosse eseguito. La professione di fede tuttavia risalta il legame dell’architetto alla persona,non a ciò che rappresenta.

 

Speer al 16 aprile,all’indomani della caduta di Vienna:

“…..quanti gli erano intorno avrebbero pur dovuto rendersi conto della follia di simili previsioni. Ma egli ci suggestionava con la ripetizione continua,insistente,di queste idee. Esercitava su di noi una azione magnetica finendo per convincerci che volendolo avrebbe potuto ,lui soltanto,in virtù della sua autorità personale e della sua forza,passare a collaborare con le potenze occidentali per sconfiggere i bolscevichi….”

 

Intorno a questo Hitler ridotto ad un’ombra tutto il sistema di comando continuava meccanicamente il suo corso. ERA UN MECCANISMO CHE FUNZIONAVA ANCHE SE COLUI CHE LO AVEVA MESSO IN MOTO AVEVA CESSATO DI PRODURRE ENERGIA PER ALIMENTARLO.

 

 

 

 

 




 

Ultimo aggiornamento: 07-03-03