ACCORDO SEGRETO
In che modo il tradimento ha permesso l'ingresso delle truppe statunitensi a
Baghdad
Un documento straordinario che spiega i retroscena della "vittoria americana
in Iraq"

Di Walid Rabbah
Dal giornale Sawt al-Urouba, Libano
Traduzione di vo.it



14 aprile 2003
Un giorno dopo l'inizio della guerra contro l'Iraq il Segretario Americano
alla Difesa Donald Rumsfeld apparve sui teleschermi delle tv americane per
dire qualcosa che la stampa interpretò come una specie di boutade
propagandistica americana. Si trattava in realtà di un`affermazione
fondamentale per comprendere quanto sarebbe accaduto successivamente.

Rumsfeld disse che c'erano stati contatti tra gli americani e i leader della
Guardia Repubblicana in Iraq. Disse anche che i dettagli non potevano ancora
essere resi noti, ma invitò gli ascoltatori ad aspettare gli sviluppi dei
giorni seguenti.

Tre giorni dopo i media americani mandarono in onda una audiocassetta nella
quale si potevano sentire delle voci registrate che in arabo guidavano le
forze americane su importanti obiettivi da bombardare. Le voci furono
immediatamente tradotte nel quartier generale delle forze americane in modo
da poterne seguire le indicazioni.

Rumsfeld non stava parlando a vanvera. Vi erano infatti stati contatti con i
leader della Guardia Repubblicana e i comandanti dei Fedayeen di Saddam,
contatti avvenuti in totale segretezza e all'insaputa del leader iracheno e
del figlio, responsabile, quest'ultimo, di una organizzazione militare che
avrebbe potuto rendere la vita un inferno alle forze americane se avesse
deciso di dar battaglia. I contatti divennero più intensi dopo che la
Guardia Repubblicana ebbe ingaggiato la sua prima battaglia contro le forze
americane nei dintorni di Baghdad, e dopo che gran parte del suoi mezzi
erano stati distrutti. Gli americani si resero conto che stavano affrontando
una forza con un alto grado di preparazione militare, una forza che era ben
addestrata e che poteva infliggere terribili perdite alle forze americane
quando avessero provato ad entrare a Baghdad.

L'offerta fatta dal comando americano in Iraq alla Guardia Repubblicana e ai
Fedayeen di Saddam fu generosa. L'offerta fu presentata al Segretario alla
Difesa Rumsfeld che la approvò immediatamente. Essa comprendeva i seguenti
punti:

1. Per la non opposizione alle forze americane e la deposizione delle armi
gli Stati Uniti avrebbero concesso quanto segue:
a. Il trasferimento dei gradi superiori della Guardia Repubblicana verso
località sicure al di fuori dell'Iraq;
b. Il trasferimento dei comandanti di secondo grado della Guardia
Repubblicana verso posti "liberati" sotto controllo delle forze
anglo-americane all'interno dell'Iraq;
c. L'assegnazione ai gradi superiori della Guardia Repubblicana di ingenti
somme di denaro, e di somme minori ai comandanti di secondo grado;
d. L'assegnazione ad alcuni leader dei gradi superiori della Guardia
Repubblicana e a coloro che non avevano commesso "crimini di guerra" di
incarichi ufficiali nell'Iraq "liberato" dopo la fine della guerra,
e. Su richiesta, l'assegnazione della cittadinanza americana e della
residenza negli Stati Uniti ad alcuni dei comandanti di primo grado e alle
loro famiglie;
f. L'istituzione di un equilibrio tra l'Opposizione Irachena, che avrà un
ruolo limitato nell'amministrazione dell'Iraq, e i comandanti della Guardia
Repubblicana che non hanno combattuto le forze americane.

2. A garanzia di quanto offerto (promesse di cui i comandanti della Guardia
Repubblicana non si fidavano completamente), gli Stati Uniti scoprirono
alcuni loro agenti infiltrati tra gli "scudi umani" i quali stavano guidando
i militari americani sulle postazioni da bombardare e i luoghi dove
ritenevano potessero trovarsi il presidente Saddam Hussein e la leadership
irachena. Vi fu un breve incontro tra uno degli agenti impegnato come "scudo
umano" e alcuni membri della Guardia Repubblicana durante il quale furono
consegnati a questi ultimi documenti ufficiali indirizzati ai gradi
superiori della Guardia Repubblicana. Questo rassicurò i comandanti della
Guardia Repubblicana che le promesse fatte erano affidabili.
I documenti prevedevano che:
a. Dopo l'occupazione dell'Aeroporto Internazionale Saddam, componenti dei
gradi superiori della Guardia Repubblicana avrebbero raggiunto l'aeroporto
in modo da poter essere portati via. Se ciò fosse stato impossibile, sarebbe
stato concordato un posto vicino a Baghdad dove far atterrare uno o due
elicotteri Apache per portarli via.
b. Alcuni comandanti di secondo grado si sarebbero messi al sicuro
all'interno del Palazzo Repubblicano adiacente all'aeroporto. A questo punto
le forze americane avrebbero sparato alcuni colpi di artiglieria contro di
esso per annunciare di averlo espugnato, provvedendo poi al trasferimento
dei comandanti all'aeroporto.
c. Che fossero stati dati ordini ai comandati di secondo grado della Guardia
Repubblicana affinché non resistessero e deponessero le armi, promettendo in
cambio la loro salvezza e quella delle loro famiglie, nonché il
trasferimento verso località sicure. A loro volta essi avrebbero dovuto
ordinare ai ranghi inferiori sotto il loro comando di non opporre
resistenza. I gradi superiori della Guardia Repubblicana usarono l'inganno
per far si che i ranghi inferiori accettassero un tale ordine dicendo loro
che la resistenza sarebbe stata portata avanti segretamente secondo un piano
preparato dalla leadership irachena per protrarre la guerra e far cadere le
forze americane nella trappola preparata per loro. Questo inganno è stato
usato nei confronti dei comandanti dei ranghi inferiori della Guardia
Repubblicana.
d. Che sarebbero state date somme di denaro in dollari come anticipo ai
comandanti di primo e di secondo grado della guardia Repubblicana a garanzia
dell'attuazione dell'accordo.


SCUDI UMANI

Fin dall'inizio, i dirigenti della Cia hanno seguito un piano per utilizzare
il lavoro di agenti infiltrati come "scudi umani". I dirigenti della Cia
hanno usato gli attivisti pacifisti in America accortamente e
sistematicamente. Essi inviarono tre gruppi di attivisti pacifisti nella
regione e in particolare a Baghdad in base alla considerazione secondo la
quale la capitale sarebbe stata il luogo dove si sarebbe combattuta la
battaglia decisiva. L'inganno funzionò: i leader iracheni posizionarono
diversi gruppi di scudi umani in luoghi importanti quali industrie e
stabilimenti manifatturieri di grande importanza per la popolazione. Al loro
interno erano stati ubicati magazzini di armi appartenenti alla Guardia
Repubblicana, fatto questo ammesso apertamente. Ma all'interno, nascoste nel
sottosuolo, erano state stoccate armi sufficienti a sostenere una guerra di
resistenza per anni. Si trattava dunque di installazioni che erano
apparentemente civili ma in realtà militari per il loro contenuto interno.
Lo stesso fu fatto nei centri dove erano stati raccolti i missili da
distruggere sotto il programma di supervisione dell'Onu: alcuni missili
vennero stoccati in magazzini militari sotterranei.

Decidendo di dislocare gli scudi umani in siti di vitale importanza, gli
iracheni caddero nella trappola preparata per loro, in quanto gli scudi
umani erano dotati di apparecchi di comunicazione sofisticati e di difficile
individuazione e poterono comunicare con le forze americane durante i
bombardamenti. In seguito risultò chiaro che questi apparecchi avevano avuto
un ruolo importantissimo nell'indicare le posizioni di Saddam, dei suoi
dirigenti e dei luoghi dove erano state stoccate le armi.

L`OCCUPAZIONE DELL`AEROPORTO

L'occupazione dell'Aeroporto Internazionale Saddam costituÌ un punto di
svolta in quanto permise alle forze americane di realizzare il loro intero
piano cosÌ come era stato specificato nei documenti dati e come avevano
promesso di fare. I comandanti della Guardia Repubblicana si sentirono
rassicurati, in particolare quelli di primo grado: quanto promesso loro
dalle forze americane era vero. I comandanti della Guardia Repubblicana
fornirono quindi informazioni complete sulle diverse postazioni militari
intorno e dentro l'aeroporto. Essi diedero anche informazioni complete sulle
gallerie che si estendevano dal palazzo Repubblicano fin dentro l'aeroporto,
gallerie costruite soprattutto affinché il presidente iracheno potesse
usarle qualora si fosse trovato in pericolo. Le forze americane occuparono
queste gallerie sconosciute a tutti tranne che ai gradi superiori della
Guardia Repubblicana.

Il secondo giorno dopo l'occupazione dell'aeroporto, Muhammad SaÌd as-Sahhaf
assicurò al mondo che l'aeroporto internazionale Saddam Hussein era ancora
nelle mani delle forze irachene. Egli rafforzava questa sua assicurazione
con la promessa di una risposta [militare] "insolita e innovativa", per
dirla con le sue parole, quando i combattenti iracheni e la Guardia
Repubblicana si sarebbero spostati attraverso le gallerie dal palazzo fino
all'aeroporto in un attacco a sorpresa contro le forze americane che
occupavano l'aeroporto. Mentre parlava egli non sapeva che le forze
americane avevano localizzato quelle gallerie e che erano pronti ad
affrontare il piccolo drappello di iracheni che vi era stato spedito sotto
la guida di comandanti di terzo grado della Guardia Repubblicana, drappello
che avrebbe trovato gli americani pronti ad accoglierli.

Il tempo in quella difficile congiuntura era prezioso. Le forze americane
videro che la strada per Baghdad era aperta, cosÌ eseguirono simultaneamente
due operazioni essenziali.

La prima operazione: portare i carri armati nelle vicinanze di Baghdad da
dove farli poi penetrare nell'aerea dell'Hotel Palestine, con l'ordine
tuttavia di non attraversare il ponte verso la riva opposta. L'operazione fu
attuata quando gli americani furono sicuri che alla Guardia Repubblicana era
stato impartito l'ordine di sparire secondo quanto previsto dal "piano
segreto" della cui esistenza i comandanti di primo grado avevano già
avvisato i loro ufficiali inferiori.

La seconda operazione: preparare un aereo da trasporto militare con almeno
200 posti per trasferire i comandanti di primo grado della Guardia
Repubblicana e alcuni membri di secondo grado verso località sicure.

Gli ordini impartiti ai soldati americani che avanzavano per assicurare una
testa di ponte al resto delle loro forze furono i seguenti:

Primo: tentare di zittire e oscurare i media che stavano trasmettendo
immagini dei luoghi dove stava avvenendo la penetrazione (è quanto accadde
quando furono colpiti gli uffici di al-Jazeera e della stazione televisiva
di Abu Dhabi) e di trasferire i giornalisti in un luogo dal quale essi non
potessero muoversi se non per ordine delle forze della coalizione o, per
essere precisi, dei Marines statunitensi.

Secondo: tagliare le comunicazioni e l'elettricità della zona e tentare di
colpire i piccoli generatori di elettricità dell'area in modo da bloccare
una volta e per sempre ogni mezzo di trasmissione.

Terzo: colpire le parabole satellitari sul tetto del Palestine Hotel. E' qui
che venne ucciso come un martire il giornalista di al-Jazeera Tariq Ayyoub.

Quarto: affrontare la limitata resistenza nella zona del ponte con armi di
piccolo calibro piuttosto che con un bombardamento di artiglieria; questo
perché alcuni componenti di secondo grado della Guardia Repubblicana erano
in ritardo nel raggiungere i punti di incontro stabiliti e avrebbero forse
dovuto raggiungere le forze della coalizione attraversando il ponte Sanak.

IL VELIVOLO MILITARE

Molti comandanti di primo grado della Guardia Repubblicana già radunati
all'Aeroporto Internazionale Saddam dovettero aspettare otto ore prima che
il resto dei comandanti apparisse. Il comando americano si rese conto con
stupore che i comandanti di primo grado delle forze della Guardia
Repubblicana avevano portato con loro il comandante in capo dei Fedayeen di
Saddam, un uomo che aveva preso ordini direttamente dal figlio di Saddam
Hussein. Questo convinse le forze americane di aver messo fuori
combattimento insieme alla Guardia Repubblicana anche i Fedayeen di Saddam.
Il comandante informò gli americani di essere stato attratto dall'accordo
raggiunto con la Guardia Repubblicana e chiese che gli fossero concesse le
stesse condizioni garantite alla Guardia Repubblicana. Il consenso fu dato
immediatamente.

Il velivolo militare americano decollò dall'Aeroporto Internazionale Saddam
alle 20:00 del terzo giorno di occupazione dell'aeroporto. Alcune fonti
all'interno del comando americano sostengono che l'aereo si diresse
direttamente negli Stati Uniti via Germania. Altri affermano che sia passato
per il Kuwait. Ciò che è certo, tuttavia, è il fatto che il suo carico di
comandanti è partito per gli Stati Uniti. Contemporaneamente due elicotteri
portarono i comandanti di secondo grado della Guardia Repubblicana a Bassora
dove li attendevano le forze britanniche.

IL DESTINO DI SADDAM HUSSEIN

Alcune fonti politiche americane sostengono che i contatti segreti tra i
comandanti della Guardia Repubblicana e gli americani ebbero luogo seguendo
istruzioni americane fornite ai dirigenti della Guardia Repubblicana in modo
da non essere scoperti. Per l'occasione fu usata la più moderna tecnologia;
tra gli apparecchi utilizzati anche dei sottili ricevitori-trasmettitori
consegnati ai comandanti della Guardia Repubblicana nel corso del loro primo
incontro con gli Scudi Umani. Questo è il segreto di come essi siano
riusciti a tenere all'oscuro Saddam Hussein sui loro contatti.

L'ultimo compito dei comandanti della Guardia Repubblicana riuniti
all'aeroporto fu quello di fornire l'importante informazione riguardante la
localizzazione del presidente iracheno e della sua leadership in quello che
sarà il loro ultimo incontro ad al-Mansour. Questa informazione permise alle
forze americane di mirare al luogo dove si teneva l'incontro e di colpirlo
con missili comandati a distanza. Molto probabilmente il presidente iracheno
e la sua leadership, ivi compresi i suoi due figli, furono uccisi nel
bombardamento. A parte Muhammad SaÌd as-Sahhaf, il ministro
dell'informazione, di cui si sono perse le tracce, nessuno si salvò da
quell'attacco. Soltanto lui tra i membri della leadership si trovava al di
fuori di quell'area nel momento dell'attacco che ebbe luogo subito dopo che
egli aveva emesso il comunicato stampa del giorno davanti all'Hotel
Palestine.

LA FAMIGLIA DI SADDAM

Le autorità americane tacciono rispetto alla sorte della famiglia di Saddam,
in particolare delle donne e i bambini, benché essi sappiano dove si trovino
e se siano vivi o morti. Secondo alcune informazioni essi si troverebbero in
Siria. Altri sostengono che si siano nascosti a Tikrit. In realtà le forze
americane hanno bombardato il luogo dove la famiglia si trovava riuscendo a
sorprendere l'intera famiglia dopo che questa si era nascosta presso il
fratellastro del presidente, Barzan at-Tikriti. Quando la sua casa vicino a
Baghdad venne bombardata la famiglia fu eliminata.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Queste informazioni sono trapelate da fonti americane. Ciò nonostante esse
dovrebbero essere vere al 75 per cento e oltre in quanto provengono da
personale politico e non militare.

Resta ancora una domanda:

Che fine hanno fatto le montagne di armi? Dove sono finite quelle forze che
si sono "fuse" tra l'arrabbiata popolazione irachena?

I Marines hanno scoperto enormi magazzini di armi che potevano essere usate
dalla Guardia Repubblicana - anche se in realtà non lo furono -, armi
pesanti, armi leggere, in una gigantesca stanza-magazzino a Baghdad. Le
forze americane non ne parlano a dimostrazione della veridicità di quanto
abbiamo detto.

Resta tuttavia aperta una questione fondamentale. Il fatto di non aver
trovato i corpi di Saddam, dei suoi dirigenti e dei suoi due figli, resta
fonte di imbarazzo. Le prossime settimane ci porteranno sicuramente maggiori
informazioni.

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(http://www.voceoperaia.it/home.htm)




L¹invasione americana dell¹Iraq è stata forse la guerra più codarda mai
combattuta nella storia


di Arundhati Roy







Mesopotamia. Babilonia. Il Tigri e l¹Eufrate. Quanti bambini, in quante
classi, per quanti secoli, hanno viaggiato nel passato trasportati sulle ali
di queste parole?
E ora le bombe sono cadute, incenerendo e umiliando quest¹antica civiltà.
Sui dorsi di acciaio dei loro missili, soldati americani adolescenti hanno
disegnato messaggi colorati con scrittura infantile: Per Saddam, dai Fat Boy
Posse.
Ed è caduto un edificio. Un mercato. Una casa. Una ragazza che amava un
ragazzo. Un bimbo che voleva solo giocare tra i pezzi di marmo del fratello
maggiore.
Il 21 marzo, il giorno dopo l¹invasione illegale e l¹occupazione dell¹Iraq
da parte delle truppe americane e britanniche, un giornalista ³embedded²
della CNN ha intervistato un soldato americano. ³Voglio andare là a
sporcarmi le mani², ha detto il soldato A.J. ³Voglio vendicarmi per l¹11
settembre².
Per essere onesti il corrispondente, anche se ³embedded², ha tentato
debolmente di suggerire che ancora non c¹erano prove certe che legassero il
governo iracheno agli attacchi dell¹11 settembre. Al soldato A.J. s¹è
bloccata la lingua da adolescente e, fuori tema, alla fine ha detto: ³Yeah,
bene, queste cose non sono di mia competenza².

Bugie anziché prove
Quando gli Stati Uniti hanno invaso l'Iraq, un'indagine condotta da NewYork
Times e CBS ha valutato che il 42 percento del pubblico americano credeva
che Saddam Hussein fosse direttamente responsabile per gli attacchi dell¹11
settembre al WTC e al Pentagono. E un sondaggio dell¹ABC ha rivelato che il
55 percento degli americani credevano che Saddam Hussein supportasse
direttamente al Qaeda. Nessuna di queste opinioni è basata su prove (visto
che non ce ne sono). Tutte sono basate su insinuazioni, auto-suggestione e
vere e proprie menzogne fatte circolare dai media americani.
Il supporto popolare statunitense alla guerra contro l¹Iraq è stato
edificato su una costuzione di bugie e inganni coordinati dal governo e
fedelmente amplificati dalla stampa. Noi abbiamo inventato i legami tra
l¹Iraq e al Qaeda. Noi abbiamo costruito frottole sulle armi di distruzione
di massa irachene. Nessuna arma di distruzione di massa è stata trovata.
Nemmeno unOarma ridicola.
Ora, dopo che la guerra è stata combattuta e vinta, e i contratti per la
ricostruzione sono stati firmati e sigillati, il New York Times riporta che
la ³CIA ha cominciato a indagare per determinare se l¹intelligence americana
ha sbagliato nelle sue dichiarazioni pre-guerra relative al governo di
Saddam Hussein e al programma di armamenti dell¹Iraq².
Intanto, incidente di percorso, un¹antica civiltà è stata distrutta con
indifferenza da una nuovissima nazione, con indifferenza brutale.
Nel corso di più di una decade di guerra e sanzioni l¹esercito, americano e
britannico, ha lanciato migliaia di missili e bombe sull¹Iraq. I campi del
paese, i terreni coltivabili, sono stati seminati con 300 tonnellate di
uranio impoverito.
Nei loro raid, gli alleati hanno mirato e distrutto gli impianti per il
trattamento dell¹acqua, sapendo che essi non avrebbero potuto essere
riparati senza l¹assistenza straniera. Nel sud dell¹Iraq il cancro tra i
bambini è aumentato di 4 volte. Nel decennio di sanzioni economiche seguite
alla guerra, ai civili iracheni sono state negate medicine, apparecchiature
ospedaliere, ambulanze, acqua pulita, tutto quanto fosse di vitale
necessità.
Circa cinquecentomila bambini iracheni sono morti come risultato delle
sanzioni. Ma i media hanno svolto un ruolo chiave nel tenere queste notizie,
di devastazione dell¹Iraq e del suo popolo, lontane dal pubblico americano.
Hanno ora cominciato a preparare il terreno, con la stessa routine di bugie,
per una guerra contro la Siria e l'Iran e, chissà, forse persino contro
l¹Arabia Saudita. Forse la prossima guerra sarà il fiore all¹occhiello della
campagna elettorale di Bush del 2004. Anche se non gli occorrerà un grosso
sforzo, visto che i democratici hanno annunciato che la loro strategia per
le elezioni del 2004 sarà di accusare i repubblicani di essere deboli
nell¹assicurare la sicurezza nazionale. E¹ come se un bullo di paese
adolescente dicesse alla mafia che ha troppi scrupoli.
Le elezioni presidenziali americane pare che saranno una completa perdita di
tempo per tutti.

La guerra più vigliacca che sia stata combattuta mai
L¹invasione americana dell¹Iraq è forse la guerra più vigliacca che sia mai
stata combattuta nella storia.
Dopo aver utilizzato i ³buoni uffici² della diplomazia Onu (sanzioni
economiche e ispezioni agli armamenti) per accertarsi che l¹Iraq fosse in
ginocchio, dopo essersi assicurati che la maggioranza delle armi erano state
distrutte, la ³Coalizione di chi voleva² ­ meglio conosciuta come la
Coalizione degli Intimoriti e dei Comprati ­ ha spedito un esercito
invasore.
Poi i media hanno gongolato sul come gli USA avessero vinto una giusta e
sorprendente battaglia!
I telespettatori sono stati testimoni della gioia che l¹esercito USA ha dato
ai civili iracheni. Tutta quella gente appena liberata che faceva fluttuare
le bandiere americane, che devono aver accumulato durante gli anni delle
sanzioni.
E non importa che la caduta della statua di Saddam Hussein, nella piazza
Firdos (mostrata ripetutamente da tutte le TV) è risultata essere una
sciarada organizzata e recitata da una manciata di personaggi assunti dai
marines USA. Robert Fisk l'ha denominato: il ³più organizzato set da Iwo
Jima².
Non importa che nei giorni seguenti i soldati americani abbiano sparato su
una folla inerme, di iracheni disarmati che stavano pacificamente
manifestando per domandare che le truppe USA lasciassero il loro paese.
Quindici persone sono state uccise.
Non importa che pochi giorni dopo i soldati USA abbiano ucciso due persone e
ferite molte altre che stavano protestando perché i marines avevano ucciso
degli iracheni disarmati. Non importa che abbiano assassinato altre 17
persone a Mosul. Non importa che nei giorni che seguiranno continueranno a
uccidere (ma non sarà mandato in onda).
Non importa che un paese che ha secoli di storia finisca in mano ai
settarismi religiosi. Non importa che il governo USA aiutò l¹ascesa di
Saddam Hussein e che lo supportò nelle peggiori scelte, inclusa la guerra di
8 anni contro l¹Iran e l¹attacco coi gas al popolo curdo di Halabja, crimini
che 14 anni dopo sono stati ricordati perché servissero come motivi per
giustificare una guerra contro l¹Iraq.
Non importa che, dopo la prima guerra del Golfo, gli alleati abbiano
fomentato la rivolta sciita a Bassora per poi guardare da un¹altra parte
mentre Saddam Hussein reprimeva questa stessa rivolta massacrando migliaia
di persone per riprendersi il potere.
Dopo l¹invasione dell¹Iraq, i canali TV occidentali hanno mostruosamente
portato l¹interesse alle fosse comuni che hanno scoperto per poi far svanire
quello stesso interesse quando hanno scoperto che i corpi erano di iracheni
che erano stati uccisi nella guerra contro l¹Iran o durante la rivolta
sciita. La ricerca per adeguate fosse comuni continua.
Non importa che le truppe USA e britanniche abbiano ordinato l¹assassinio di
tanti civili, ma mai di proteggerli. Le loro priorità erano chiare. La
sicurezza del popolo iracheno non era un affare per loro.
Salvare le poche infrastrutture irachene rimaste non era un buon commercio.
Ma la sicurezza dei pozzi petroliferi lo era. I campi petroliferi sono stati
messi al ³sicuro² prima ancora che l¹invasione cominciasse.
E¹ importante notare che la ricostruzione dell¹Afghanistan, che è in
condizioni ancora peggiori dell¹Iraq, non ha meritato lo stesso evangelico
entusiasmo . Nemmeno i soldi promessi pubblicamente sono stati devoluti
all¹Afghanistan. Che sia perché l¹Afghanistan non ha petrolio? E¹ una via
per un gasdotto, vero, ma niente petrolio. Così non ci sono molti soldi da
estrarre da quel derelitto Stato.
D'altra parte, ci è stato detto che i contratti per ricostruire l¹Iraq
avrebbero potuto far ripartire l¹economia mondiale. E¹ buffo come gli
interessi delle società americane siano così spesso, con tanto successo e
così deliberatamente, confusi con gli interessi dell¹economia mondiale.

Un Governo d¹occupazione
Il discorso sul petrolio dell¹Iraq agli iracheni, e su una guerra per la
libertà e la democrazia, ha avuto il suo tempo. Ha avuto il suo uso. Ma le
cose sono cambiate ora.
Avendo condotto per mano una civiltà con 7000 anni di storia all¹anarchia,
George Bush ha annunciato che gli USA staranno in Iraq a tempo ³indefinito².
Gli USA, in effetti, hanno detto che l¹Iraq può avere soltanto una
rappresentanza dei suoi interessi se rappresentano gli interessi degli
anglo-americani e delle compagnie petrolifere. In altre parole: potete
parlare liberamente finché dite quello che vogliamo.

Gli sciacalli nutrono l¹avidità
Molto prima che l'invasione iniziasse, il mondo degli affari stava fremento
di eccitazione sul volume di denaro che la ricostruzione dell¹Iraq avrebbe
coinvolto. E¹ stato messo in conto come ³il più grande sforzo di
ricostruzione dal Piano Marshall e dalla ricostruzione dell¹Europa dopo la
Seconda Guerra Mondiale².
La Bechtel Corporation, che ha sede a San Francisco, sta guidando il branco
di sciacalli verso l¹Iraq.
Per pura coincidenza, l'ex Segretario di Stato George Schultz fa parte del
Consiglio di Amministrazione del Bechtel Group, e sembra inoltre che sia
presidente del Comitato per la Liberazione dell¹Iraq. Quando gli è stato
chiesto dal New York Times se fosse preoccupato dall¹apparente conflitto di
interessi, Shulz ha risposto: ²non so se la Bechtel trarrà benefici da tutto
ciò. Ma se questo lavoro va fatto, la Bechtel è il tipo di società che
potrebbe farlo. Ma nessuno guarda alla cosa come un beneficio².
La Bechtel ha già un contratto da 680 milioni di dollari, ma, in accordo con
il New York Times, ³fonti indipendenti stimano che lo sforzo per la
ricostruzione porterà ad un ampliamento della somma destinata alla Bechtel a
20 miliardi di dollari².
In un articolo opportunamente intitolato ³nutrendo l¹avidità, come le
compagnie cercano di avere una fetta della torta², il Times ha notato (senza
ironia) che ³i governi di tutto il mondo e le società che hanno dato il loro
supporto a Washington si apprestano a richiedere la loro fetta di torta
nella ricostruzione dell¹Iraq².
³Gli inglesi² nota l¹articolo ³ritengono che le loro richieste non godano di
sufficiente considerazione, hanno messo sul piatto ciò che alcuni funzionari
dell¹amministrazione Bush hanno ritenuto convincente: il loro sangue in
Iraq².
Quel sangue non ha ancora avuto il giusto compenso. Di sicuro non
intendevano Sangue Inglese o Sangue Americano. Intendevano che gli inglesi
hanno aiutato gli americani ad ottenere sangue iracheno.
Così la cosa ³convincente² per avere contratti è l¹essere stati co-assassini
di iracheni.
Lady Simmons, la presidentessa della Camera dei Lords, è andata recentemente
in America con 4 condottieri di industria inglesi. Oltre a richiedere la
loro parte di contratti in base al loro status di co-assassini, la
delegazione britannica ha anche invocato il suo passato coloniale, ancora
senza ironia, rendendo noto che le società britanniche ³hanno avuto per
lungo tempo strette relazioni con l¹Iraq e gli affari iracheni dai giorni
dell¹imperialismo all¹inizio del ventesimo secolo fino alle sanzioni
internazionali imposte negli anni O90². Guardando oltre, ciò significa che i
britannici hanno supportato Saddam Hussein dagli anni ¹70 agli ¹80.

Rilassati e divertiti
A quelli di noi che sono state colonie e pensano all¹imperialismo come a uno
stupro: Ora stuprate. Ora uccidete. Poi chiedete anche il diritto di
stuprare il cadavere. Questo è di solito definito come necrofilia.
Continuando con questa terribile analogia, Richard Perle ha affermato
recentemente: ³gli iracheni sono ora più liberi e noi più sicuri.
Rilassatevi e divertitevi².
Dopo pochi giorni dall¹inizio della guerra, il famoso giornalista Tom Brokaw
ha detto: ³una delle cose che non vogliamoS è di distruggere le
infrastutture dell¹Iraq perche tra pochi giorni saremo noi a possedere
questo Stato².
Ora la proprietà è stata ottenuta. L¹Iraq non è più uno Stato, è una
proprietà.
Non è più governato, è posseduto.
Ed è posseduto per la maggior parte dalla Bechtel. Forse l¹Halliburton e una
compagnia britannica o due otterranno qualche osso.
La nostra battaglia è contro entrambi gli occupanti e nuovi proprietari
dell¹Iraq.

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(http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article
&sid=186&mode=thread&order=0&thold=0)




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