DAL FALLIMENTO TOTALE DEL COMUNISMO MATERIALISTA AL COMUNISMO DI
CRISI
Io non penso che il MIR russo sia alla base del dispotismo
stalinista. Questo perché l’unità organizzativa economico sociale
era tipicamente una realtà russa,ma i russi al tempo di Stalin
rappresentavano una minoranza numerosa dell’impero russo (il 43%).
Le organizzazioni della vita sociale di Ceceni,Tartari,Calmucchi,Circassi,Baskiri,Kazaki,Azeri,Georgiani,ecc.,erano
differenti . . I russi,sotto gli zar,imposero il loro dominio,un
dominio che Stalin accentuerà programmaticamente. Nel 1913 Stalin
affermava:
“Il problema delle nazionalità non sta evidentemente nelle
istituzioni ma negli ordinamenti generali del paese. Se nel paese
non c’è democrazia,non c’è neppure garanzia di piena libertà di
sviluppo culturale delle nazionalità. Si può dire con sicurezza che
quanto più un paese è democratico,tanto minori sono gli attentati
alla libertà delle nazionalità e tanto maggiori le garanzie contro
tali attentati.”
Stalin nell’occasione criticava le teorie austro marxiste di
Sprinter e Bauer,del Bund russo e del menscevismo caucasico ,che
spingevano tutte per il mantenimento della forma politica
dell’autonomia nazionale ,forme che riacutizzarono il nazionalismo
borghese,frantumando quell’unità politico-organizzativa-sindacale
che il PCbR portava avanti nella figura specifica di Stalin,che era
Commissario delle nazionalità. La sua concezione “democratica” degli
ordinamenti generali veniva legata alla teoria leninista del diritto
delle nazioni all’autodecisione,teoria che verrà ripresa da Mao
all’indomani della campagna dei 100 fiori. Effettivamente è nella
democrazia che si schiacciano le nazionalità perché in ragione della
cosa pubblica si accentua la centralizzazione a scapito del
particolarismo nazionale. Per questo lo stato democratico risulta
essere il Leviatano più coriaceo. Invece nel totalitarismo la
nazionalità viene esaltata e per questo deve procedere
all’annientamento delle minoranze
politiche,linguistiche,religiose,etniche. Effettivamente la
dittatura di Stalin sarà sui generis perché fondata su una macchina
partitica “democratica” impersonale caratterizzata da feroci
controlli paralleli. Queste strutture sono a noi note grazie alle
testimonianze dei vari comunisti,anche italiani ,che attraverso il
soccorso rosso approdavano nella Russia sovietica sotto Stalin. Lo
stesso soccorso rosso già di per sé funzionava come organizzazione
di controllo aprendo un fascicolo su ogni comunista che entrava in
Russia,il quale veniva poi trasmesso all’organizzazione di
partito,al consiglio del popolo locale,alla polizia
segreta,all’esercito,che funzionavano come strutture spersonalizzate
concorrenziali. La delazione,la totale burocratizzazione saranno
sancite e legittimate dalla figura centrale del Partito Stalin. E’
lo stato socialdemocratico che Mao riprodurrà in Cina,una
riproduzione inevitabile su un territorio comprendente numerose
nazionalità,idiomi,religioni.
La consanguineità ed il familismo sono estranei al comunismo??
No e l’esempio ci viene dall’evoluzione africana.
L’Africa,contrariamente ad Asia ,Europa ed America non ha visto
sorgere unità statuali impersonali. I vari domini coloniali europei
si sovrapposero a strutture basate sul clan,sulla famiglia e furono
questi clan che si imposero sulle strutture coloniali all’indomani
della dipartita degli europei: Angola,Etiopia,Somalia,in maniera
minore l’Egitto fecero un salto in più: attraverso leader come Siad
Barre,Menghistu furono sfruttati i clan per la realizzazione di
regimi socialisti di stampo marxista. Quei regimi riuscirono a
convivere con il clan pur se “sponsorizzati” economicamente dal
Comecon. In Africa il tramonto del socialismo-anche se avvolto alle
figure di leader e quindi per questo non evolutosi ad una società
industriale di massa- non è arrivato per motivi ideologici – mancata
evoluzione al comunismo,burocratizzazione,fallimento sul versante
della soddisfazione dei bisogni,omologazione,fallimento della
pianificazione – ma è giunto per interruzione del flusso di danaro
da Mosca. Quello che colpisce è che le società africane che
assunsero il marxismo non si sentirono minacciate
dall’ideologia,perché questa poteva sposarsi con il dominio di un
clan,di una famiglia che a sua volta esprimeva un capo. Mentre in
Europa il XX Congresso del 1956 dava inizio ad una spirale
criticista in seno all’organizzazione internazionale comunista,dando
vita ad una iperframmentazione che esalterà iper
soggettivismo,esaltazione eroico edonistica,rincorsa del feticcio
capitalista all’interno di strutture leniniste;mentre in Asia la
rivoluzione culturale del 1966 sanciva il “balzo in avanti” ( o
indietro) della società cinese,mentre negli USA , Nixon cercava di
incanalare questo riplasmarsi del comunismo sopra quello che era la
nuova realtà economico-mondiale del dopo Bretton Woods ,ecco che
l’esperienza socialista-familista africana ci risulta
sostanzialmente bloccata. In Africa l’edonismo,l’iper soggettivismo,
la Struttura Padre/Partitica,l’Uomo Nuovo,il balzo in avanti,NON SI
PALESARONO. Il marxismo fu assunto senza difficoltà perché
ideologicamente spingeva all’autodeterminazione (leninista e
stalinista) e strumentalmente dava il potere ad un clan che veniva
investito di armi e mezzi fabbricati nelle industrie del mondo –
sovietico – industrializzato. All’Africa Orientale ed all’Angola si
uniranno paesi “teocratici” come la Libia,che diventerà un centro di
addestramento terroristico, come il Sudan,altra base strategica del
terrorismo;in Sudafrica il regime dell’Apartheid darà vita ad un
forte partito marxista-leninista.
L’assunzione marxista-leninista dell’America latina sarà invece
fortemente connotata dal dominio del partito organizzatore e dalla
ideologia della lotta di classe che spesso si sposava con la lotta
etnico-ierocratica. Nel secondo caso la consanguineità poteva
assurgere a valore ma se tuttavia prendiamo in esame strutture come
l’MR8 brasiliano,qui rileviamo il dominio totale dell’organizzazione
di partito,organizzazioni altresì che si ispiravano inevitabilmente
all’influsso cubano. Di fondo quindi si mantiene il carattere
impersonale che caratterizza il comunismo eurasiatico. Diverso il
caso marxista africano.
Quello che intendo rilevare nei miei passaggi riferiti
all’empowerment è che esiste una forma di commistione sociale
contro-globale,capace di reagire all’omologazione
statunitense,esaltata dall’empowerment,dal circolo virtuoso
capitalistico. Nell’intero continente africano,nell’Asia
centrale,nel sud-est asiatico,nell’area islamica, l’impersonale
omologante non ha fatto breccia,tanto è vero che gli USA,per imporre
la loro omologazione al sistema globale,sono costretti a fare la
guerra (Iraq,1991;Somalia,1993;Afghanistan,2002;Iraq,2003) e non
sempre il risultato è positivo (vedi il caso somalo). Non
solo,addirittura formazioni provenienti da quei territori sono
riuscite ad attaccare in profondità lo scudo stellare
statunitense,basandosi su motivazioni,come il martirio,che noi non
concepiamo più. Sopra quei territori l’astrazione continua ad avere
un potente influsso,tale da poter assumere e poi rifiutare filosofie
materialiste come il comunismo,resistendo altresì al materialismo
edonista capitalista. Dal mio punto di vista ideologico la capacità
d’astrazione dei popli di quei territori si pone come una forza
concorrenziale potente e pericolosa (per “l’occidente”)è
nell’astrazione che dovrebbe essere riconsiderato il comunismo del
terzo millennio. La cellula soggettivista leninista rincorrente il
feticcio capitalista,tentando di tramutarlo in un agente
socialista,è perdente ed obsoleta. Il capitalismo virtuale è già di
per sé “socialista” perché agisce nella mente delle persone:tutti
rincorrono a tappe forzate l’edonismo ai massimi livelli ma è solo
uno che raggiunge quella soglia. Non solo. Quell’unico poi inizierà
una corsa su se stesso rincorrendo livelli (di redditività) sempre
più alti,macroscopici.
Questa corsa nella corsa determina tuttavia una voragine nella
sperequazione perché sollecita un consumo energetico di massa tale
da annientare le risorse del pianeta,il quale non è più in grado di
rigenerarle in quanto l’accellerazione al consumo energetico
polverizza i tempi di riposo. Intere placche territoriali come
l’America Latina,l’Europa,il Nord-America,la Russia europea si
stanno inaridendo energeticamente. La sequenza principale di
crescita è a rischio. Per il Leviatano dominante statunitense la
soluzione al problema è l’estensione dell’omologazione anche sui
territori “vergini” i quali ovviamente reagiscono. La reazione
dovrebbe indurci a riconsiderare il comunismo sotto l’aspetto di una
ideologia di crisi,critica,allo scopo di saldarlo con quelle civiltà
concorrenziali: il materialismo come logica comunista si confonde
troppo col feticcio capitalista;è nella crisi lo
slancio,nell’astrazione il nuovo impulso perché risulta fondamentale
ritornare nelle menti delle persone.
Grazie per l’attenzione
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